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Decisamente coraggioso, oltre che innovativo, il metodo di indagine: provare a vendere i servizi di analisi sensoriale, ascoltare le risposte e fare domande. Centinaia di telefonate ad aziende sconosciute, con le immancabili difficoltà di superare il centralino e di arrivare a parlare con un interlocutore valido, hanno messo in evidenza una maggiore coscienza sull’utilità dell’analisi sensoriale scientifica, sia per un controllo qualità efficace, sia per un corretto posizionamento dei prodotti, sia per comprendere che cosa va comunicato. Tra tutti i reparti aziendali il più interessato all’analisi sensoriale ha dimostrato di essere il marketing, ma di certo l’intero settore del food manifesta una propensione all’impiego delle tecniche per descrivere la percezione decisamente superiore a trent’anni fa.
E questa è sicuramente una buona notizia per i sensorialisti, soprattutto per i giovani.