Se il latte vi sembra tutto uguale sappiate che le sue componenti variano… e non poco!
Una delle cause principali di questi cambiamenti, ovviamente riscontrabili anche nel profilo sensoriale, è l’alimentazione. Proprio per questo motivo uno studio, condotto in Irlanda, ha deciso di valutare l’effetto sensoriale, sul latte, di tre diverse alimentazioni bovine. Le alimentazioni in questione erano a base di loietto perenne, di loietto e trifoglio bianco e di foraggio misto.
I risultati ottenuti hanno mostrato anzitutto la scarsità di terpeni trasferitesi nel latte crudo, ma ciò probabilmente a causa del loietto utilizzato, che ne contiene pochissimi. In secondo luogo, il contenuto decisamente più alto di betacarotene nel latte proveniente da una dieta base di loietto o loietto e trifoglio. Il betacarotene non a caso, modificando il colore bianco del latte, viene usato insieme a toluene e p-cresolo, suoi prodotti di degradazione, come biomarker per il latte da pascolo. Non solo, il p-cresolo, probabilmente derivante dalla deaminazione e dalla decarbossilazione del triptofano e della tirosina, sembra influenzare il profilo sensoriale del latte, dando un aroma definito “da cortile” .
Stabiliti gli effetti chimici delle diverse alimentazioni si è passati a una valutazione sensoriale con un panel di esperti che ha assaggiato il latte, dopo la pastorizzazione, e ha dato la sua ardua sentenza: il latte derivante da vacche allevate al pascolo è preferibile a quello prodotto con vacche alimentate al chiuso con razioni miste.
Un risultato che, nel pensiero comune, ci aspettavamo no?
Una delle cause principali di questi cambiamenti, ovviamente riscontrabili anche nel profilo sensoriale, è l’alimentazione. Proprio per questo motivo uno studio, condotto in Irlanda, ha deciso di valutare l’effetto sensoriale, sul latte, di tre diverse alimentazioni bovine. Le alimentazioni in questione erano a base di loietto perenne, di loietto e trifoglio bianco e di foraggio misto.
I risultati ottenuti hanno mostrato anzitutto la scarsità di terpeni trasferitesi nel latte crudo, ma ciò probabilmente a causa del loietto utilizzato, che ne contiene pochissimi. In secondo luogo, il contenuto decisamente più alto di betacarotene nel latte proveniente da una dieta base di loietto o loietto e trifoglio. Il betacarotene non a caso, modificando il colore bianco del latte, viene usato insieme a toluene e p-cresolo, suoi prodotti di degradazione, come biomarker per il latte da pascolo. Non solo, il p-cresolo, probabilmente derivante dalla deaminazione e dalla decarbossilazione del triptofano e della tirosina, sembra influenzare il profilo sensoriale del latte, dando un aroma definito “da cortile” .
Stabiliti gli effetti chimici delle diverse alimentazioni si è passati a una valutazione sensoriale con un panel di esperti che ha assaggiato il latte, dopo la pastorizzazione, e ha dato la sua ardua sentenza: il latte derivante da vacche allevate al pascolo è preferibile a quello prodotto con vacche alimentate al chiuso con razioni miste.
Un risultato che, nel pensiero comune, ci aspettavamo no?