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I brownies prodotti a partire da granelli di zucchero di dimensione minore, tra tutti, sono risultati essere i più dolci. Non solo, pare che la dimensione ridotta dello zucchero abbia influenza positiva persino sulla sofficità e sul grado di umidità del prodotto. Una scoperta funzionale quindi, sia a livello tecnologico sia per quanto riguarda la salute del consumatore: la maggiore dolcezza, derivante dalle esigue dimensioni dei granelli, potrebbe infatti consentire l’utilizzo di un minor quantitativo di zuccheri e garantire, allo stesso tempo, l’ottenimento di prodotti dotati di una buona dolcezza, graditi al consumatore.
In un momento storico in cui a livello mondiale ci si pone l’obiettivo di diminuire l’assunzione giornaliera dei tanto temuti zuccheri, responsabili secondo i dati dell’Oms del notevole incremento di casi di diabete di tipo 2 e di obesità, potrebbe essere questa una via da perseguire per iniziare a ridurne l’utilizzo?