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Il risultato? Nel giro di poche ore dalla nefasta notizia i cittadini americani si sono ribellati, hanno organizzato proteste e attaccato l’hotline per i consumatori, passando da 400 chiamate giornaliere a ben 1500, un buon risultato direi.
E pensare che la Coca Cola aveva speso oltre 4 milioni di dollari per effettuare i test d’assaggio su quasi 200 mila consumatori e verificare il gradimento della nuova bevanda. Ne dedurrete ora che i risultati fossero stati deludenti, o perlomeno incerti, e invece no, questa piacque moltissimo. Il problema è che non era la bibita di sempre, quella tanto cara a chi sullo scaffale sceglieva proprio lei, la lattina rossa con scritta bianca, una rinfrescante e frizzante certezza.
L’errore fu credere che potesse bastare associare un nuovo sapore a un vecchio nome, dimenticando che i consumatori legano un determinato prodotto a precisi ricordi e che quando si bevono la tale bibita o sbocconcellano la merendina al cioccolato di quando erano piccoli lo fanno perché gli piace non solo il sapore puro e semplice, ma anche tutto ciò che questo provoca, un turbinio di emozioni delle quali è difficile fare a meno.